Biblioteca: la "Peste Scarlatta" di J. London

LA PESTE SCARLATTA di Jack London - Gli Adelphi - 2009libro lampada

Recensione a cura della prof. Chiara Saltori

Non vogliamo certo alimentare la paura proponendo oggi un racconto che può avere delle forti affinità con il tempo che stiamo vivendo.

La lettura può essere un’intrigante compagna utile ad esorcizzare piuttosto che peggiorare i nostri stati d’animo...se è una buona lettura. Come ogni viaggio nella fantasia ci auguriamo che possa farci dormire sonni più tranquilli: perciò se pensavate che un virus letale come il Covid19 facesse tanta paura, vi sbagliate, c’è di peggio!  Ci fu un tempo ...la peste scarlatta!

Tra i molti testi che sull’onda dell’epidemia in corso sono stati riproposti ce n’è uno che spicca per singolarità e bellezza di un autore forse dimenticato ma il cui nome è noto a tutti. Un autore che a intere generazioni di giovani prima di voi ha raccontato storie di coraggio, di cani e di ghiacci del nord , di amore per la vita ...Se vi dicessi che si tratta del papà di Zanna Bianca...sapreste già indovinare di chi sto parlando ?

peste scarlattaScritto da Jack London nel 1912 ma ambientato nel nostro secolo, il romanzo breve La peste scarlatta è uno dei grandi testi visionari con cui London ha aperto l’immaginario di   quel genere narrativo (e in seguito anche cinematografico) nato un secolo dopo e chiamato post-apocalittico”, perché ci proietta in  uno scenario da “Day after” .  La vicenda narra di un evento disastroso che nel 2013 ha cancellato la civiltà e riportato l’umanità allo stato primitivo. Il protagonista, un tempo stimato docente universitario riesce a sopravvivere e riorganizzare la sua vita dopo il terribile morbo, noto come “peste scarlatta”; egli rimane l’ultimo superstite di un mondo morto e di una lingua, l’inglese, ormai inutilizzata. Siamo nei dintorni di San Francisco e 60 anni più tardi il vecchio racconta la penosa vicenda ai suoi nipotini, un pugno di ragazzini rozzi e selvaggi, vestiti di pelli e riuniti attorno a un fuoco dopo la caccia quotidiana. I pastorelli abituati ad allevare capre, a difendersi dai lupi, a cacciare per procurarsi il cibo, lo ascoltano a malapena perché non comprendono più la lingua, ormai perfettamente adattati ad una vita regredita allo stadio primitivo.

“Il vecchio continuava a borbottare, non ascoltato dai ragazzi, che da tempo erano abituati a quelle sue chiacchiere di cui poco o nulla comprendevano poiché ignoravano il senso di gran parte delle parole. Erano quindi più che altro dei soliloqui...”

Ma quando il nonno, come un antico aedo, incomincia a raccontare ai ragazzini beffardi ... ed anche a noi, il lettore viene magneticamente catturato dentro la storia.   Inizia allora, attraverso un lungo flashback, che si conclude alla fine del romanzo, la vera narrazione di ciò che accadde 60 anni prima ...la storia del crollo della civiltà.

A quel tempo San Francisco aveva quattro milioni di abitanti…” e “stando al censimento del 2010 l’intera popolazione mondiale era di otto miliardi…”. “E c’erano “apparecchi in cielo: dirigibili e macchine volanti

La peste scarlatta venne nell’estate del 2013: si propagò a New York e poi a Chicago e successivamente si apprese che a Londra si lottava segretamente contro quel male.  In California – racconta il vecchio – non ci si allarmò, sicuri che i batteriologi avrebbero sconfitto il morbo come già ne avevano vinti tanti nel passato. Ma questa malattia era più rapida anche del colera. Gli stessi batteriologi che cercavano un antidoto al virus morivano uno dopo l’altro. In breve tempo gran parte degli esseri umani veniva annientata dal virus sconosciuto e i sopravvissuti dovettero fare i conti non solo con la brutalità del morbo ma anche con gli istinti primordiali di una umanità che andava rapidamente alla deriva. Non c’era più legge né ordine. Le salme restavano insepolte sulle strade...bande di affamati saccheggiavano botteghe e magazzini

Case, fabbriche, scuole, intere città, tutto ciò che chiamiamo civiltà, cominciarono a crollare rapidamente.

E la gente si riduceva a fuggire, perdendo via via ogni traccia di umanità e compassione, e chi diventava “rosso” (scarlatto) veniva allontanato, o persino eliminato. Chi sopravviveva si riuniva in piccoli gruppi cercando una via di fuga dalla città morente. Finché il professore rimase solo e sopravvisse in un bosco, in assoluto isolamento per anni.

Dopo questo lungo periodo trovò un manipolo di altri superstiti ai quali si aggregò e che divenne la sua “tribù”.  Ma della civiltà era rimasta solo la cenere 

I più forti dominavano i deboli. La moglie di uno dei Magnati dell’Industria, l’élite che un tempo governava il paese (il potere dell’economia e delle multinazionali, ma come fece London a presagire tutto ciò un secolo prima !?), una donna aristocratica e bellissima al momento dell’epidemia, veniva trattata come una schiava da un ex autista di autobus squallido e violento, fondatore di una delle nuove tribù, quella degli Chauffeurs.

Il vecchio professore rimane l’unico custode della memoria di una civiltà cancellata, e compie il disperato tentativo di trasmetterla ai ragazzini senza badare alle sprezzanti se pure affettuose parole con cui essi lo scherniscono. Potrebbero esserne gli ultimi testimoni ma d’altra parte il vecchio non ha fatto i conti con l’ignoranza di questi giovani selvaggi che conoscono a stento una manciata di parole da usare soltanto per fini di sopravvivenza e il nonno prosegue la sua storia sofferta con occhi pieni di lacrime.

Egli afferma che: La polvere da sparo tornerà. Niente potrà impedirlo... la stessa vecchia storia si ripeterà.  Lo spietato mondo post-virus andrà avanti, si moltiplicherà, progredirà, costruirà, combatterà, distruggerà.

Ma La peste scarlatta non è solo apocalisse, è molto di più perché al centro c’è lo struggente e affettuoso rapporto tra un nonno e i suoi nipoti del quale essi cercano in modo strampalato di prendersi cura; e poi si parla di coraggio, di ingiustizia, di sacrificio, si evidenziano le fragilità dell’uomo pur senza dimenticare tutto ciò che ha costruito nel corso degli anni.

Vi consiglio la lettura integrale di questa bizzarra e fantastica storia, che non è nemmeno troppo lunga (appena 90 pagine). 

Il libro è disponibile nella nostra biblioteca ma i più curiosi la troveranno disponibile anche prima del ritorno a scuola!